Paris Soir - All'Alcatraz di Milano viaggio nel tempo con i Counting Crows

Un mix di grandi successi dagli anni '90 e di nuove canzoni dall'ultimo album 'The Butter Miracle, the Complete Sweets': il tour dei Counting Crows ha fatto tappa all'Alcatraz di Milano, da dove mancavano da una decina di anni davanti a un pubblico ben disposto a fare un viaggio nel tempo lungo una trentina d'anni, quelli da cui la band suona insieme come ricorda il frontman Adam Duritz. Il gruppo nato nel 1991 si presenta proprio con un brano dell'ultimo lavoro, Spaceman from Tulsa, per poi passare a Hard Candy del 2002 e Mr Jones, loro singolo di debutto nel 1993 e uno dei loro maggiori successi. Omaha è un altro tuffo nel passato e Adam non solo canta ma recita dando il peso a ogni parola, anche scherzando come quando in Rain King cambia le strofe inserendo i versi di Oh Susanna! (che in italiano suonano oh Susanna non piangere perché ho lasciato l'Alabama...). Ma questa è ormai quasi la conclusione del concerto. Prima c'è tempo per Yellow Taxi, famosa cover di Janis Joplin, e Friend of the Devil dei Greatful Dead, la dolente Colorblind, Last December. E 'With Love, From A -Z' che, Adam spiega, è l'unica canzone del nuovo album che non ha scritto nella fattoria di un amico in Inghilterra. "Dieci anni fa avrei detto che la storia della mia vita era Round Here, ora dico che è questa" ha detto prima di cantarla. Ma non è mancata Round Here. E non sono mancati i bis, con tanto sorpresa, perché sul palco insieme alla band è salito anche Stef Burns, il chitarrista di Vasco Rossi (oltre che degli Huey Lewis and the News) che ha suonato con i Counting Crows Here We Go Again, e poi Hanging Around e Holiday in Spain. "Grazie di essere venuti a vederci stasera. Torneremo" la promessa finale.

J.Simon--PS