
A Cannes De Niro contro Trump, 'l'arte fa paura ai fascisti'

Emozione con abbraccio DiCaprio. Binoche cita 7 ottobre e Gaza
(dell'inviata Alessandra Magliaro) "L'arte cerca la libertà. Unisce le persone, include la diversità. Ecco perché rappresentiamo una minaccia per gli autocrati e i fascisti del mondo, ma la creatività non ha prezzo": l'urlo di Robert De Niro in difesa della libertà e del cinema sovrasta gli applausi che il Grand Theatre Lumiere tributano al mito assoluto del grande schermo premiato con la Palma d'oro onoraria. È l'apertura del 78/o festival di Cannes nel segno dell'emozione e delle standing ovation, ben quattro, ai protagonisti di una cerimonia eccezionale. L'immensa platea della sala unica al mondo non finisce più, dopo circa tre lunghissimi minuti, di applaudire in piedi l'attore 81enne, visibilmente emozionato, che come dice Leonardo DiCaprio che gli ha consegnato la Palma, "per un'intera generazione di attori, è stato un modello, il nostro idolo, un attore che ha ridefinito il cinema, un mito che ci ha ispirati per la sua capacità di immergersi nei personaggi, uno specchio in cui guardarci, ma anche per chi come me ha la fortuna di conoscerlo e lavorarci una persona di una grande forza interiore e umanità". De Niro ricorda la sua prima volta a Cannes, nel 1973 con Taxi Driver e l'ultima 50 anni dopo con Killers of the flower moon, ancora di Scorsese e con DiCaprio a dividere la scena. Abbraccia Leonardo come un padre, lucciconi agli occhi tutti e due (è una foto storica di questa serata) e guarda la platea che si inchina alla leggenda. Ha davanti "la comunità del cinema che Cannes ha saputo creare" e poi smette di cedere all'emozione per fare il discorso che aveva evidentemente preparato, evoca Trump "il presidente ignorante che "ha tagliato i fondi per le discipline umanistiche, per l'istruzione superiore, e ora annuncia dazi doganali sul cinema semplicemente inaccettabili". "Dobbiamo agire oggi, immediatamente, senza violenza, ma con passione, con determinazione! È giunto il momento, tutti coloro che amano la libertà devono organizzarsi, protestare, ed è giunto anche il momento di votare, quando ci saranno le elezioni. In ballo c'è la democrazia e la difesa della libertà", aggiunge. L'apertura di Cannes è nel segno dell'impegno politico, della militanza artistica sin dall'introduzione di Laurent Laffitte. La presidente di giuria Juliette Binoche, dopo aver citato il dramma degli ostaggi del 7 ottobre, ricorda la giovane fotoreporter palestinese Fatima Hassouna, sterminata con la famiglia in un bombardamento israeliano a Gaza a metà aprile, il giorno dopo che il suo film Put Your Soul on Your Hand and Walk era stato incluso nella selezione di Cannes. "Fatma avrebbe dovuto essere con noi stasera, ma l'arte rimane. È la potente testimonianza delle nostre vite, dei nostri sogni", sottolinea Binoche raccogliendo in un certo senso l'appello di oltre 400 personalità del cinema mondiale, da Pedro Almodovar a Richard Gere, che hanno chiesto a Cannes di rompere il silenzio di fronte al "genocidio" a Gaza, rendendo omaggio alla memoria di Fatima Hassouna. "Cambiare rotta", augura Juliette Binoche contro "l'immensità di questa tempesta che stiamo vivendo di guerra, povertà, cambiamento climatico, misoginia: i demoni della nostra barbarie non ci danno tregua". Anche per lei tutti in piedi in una sala affollata di star e che ricorda lo scomparso David Lynch con una performance musicale di Mylane Farmer mentre scorrevano le immagini di alcuni film. Con l'urlo scanzonato e divertito di Quentin Tarantino "il festival di Cannes è apertoooo", si alza il sipario sul 78/o festival, mentre la proiezione del film fuori concorso d'apertura Partir un jour di Amelie Bonnin ha inizio.
O.Bertrand--PS