Farmindustria, su ricerca serve nuova strategia investimenti Ue
"Italia può essere ancor più protagonista scena internazionale"
"L'Europa è rimasta indietro negli ultimi 20 anni per investimenti in Ricerca e sviluppo, con una quota passata dal 41% al 31% rispetto al totale delle maggiori economie. Nello stesso periodo, la quota degli Stati Uniti è passata dal 44% al 52% mentre quella della Cina dall'1% all'8%". A sottolinearlo il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, in occasione dell'International Clinical trials day. Il Vecchio Continente "deve quindi recuperare il gap, con un contesto più attrattivo per gli investimenti e rafforzando la proprietà intellettuale, come stanno facendo gli altri grandi ecosistemi mondiali". Per Cattani è necessaria "una nuova strategia, che sappia accogliere e valorizzare l'innovazione", puntando sui settori maggiormente generatori di valore come quello delle Scienze della vita. L'Italia, spiega, "grazie alle riforme portate avanti dal governo per rafforzare le Life Sciences" può "davvero essere ancora di più protagonista sulla scena internazionale, anche con la velocizzazione delle procedure di attivazione degli studi clinici". Questi rappresentano infatti "un'area di prioritaria importanza" per la ricerca, in cui il nostro Paese può sfruttare eccellenze quali "imprese, risorse umane, università, centri di ricerca, ospedali, Ssn, operatori della salute". Il presidente, citando i dati dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema), evidenzia come "dal 2022 a oggi, periodo di piena attuazione delle nuove regole europee sulle sperimentazioni cliniche" in Italia siano "oltre 2650 gli studi clinici autorizzati", con investimenti da parte delle imprese farmaceutiche "di circa 800 milioni di euro". Uno studio di Stanford, ricorda, dimostra il valore della ricerca italiana rilevando come "su un totale mondiale di 537 studi clinici che menzionano l'uso di sistemi di IA nel 2024, l'Italia con 42 clinical trials si posizioni al terzo posto al mondo dopo Cina e Usa". "Saranno 2mila i miliardi di dollari di investimenti farmaceutici in R&S tra il 2025 e il 2030 nel mondo. Già oggi sono 24mila le molecole in sviluppo a livello globale", conclude Cattani. "È una partita quindi che va giocata ora con determinazione, consapevoli che ce la possiamo fare".
E.Roger--PS