Ostetriche, Kangaroo care rafforza connessioni emotive dei bambi
Panizza (Fnopo): "8 ore al giorno, anche in terapia intensiva"
"Il coinvolgimento precoce della mamma e del papà rafforza le connessioni emotive fondamentali per lo sviluppo neurocognitivo del bambino e determina effetti positivi sull'esito della salute neuro-comportamentale a distanza". Cristina Panizza, consigliera della Federazione nazionale degli Ordini della professione ostetrica (Fnopo), sottolinea così l'importanza della "kangaroo care", o marsupio terapia, la cui Giornata di sensibilizzazione si celebra il 15 maggio. La kangaroo care è una tecnica di cura dei neonati, soprattutto prematuri (quando le condizioni cliniche del neonato lo consentono), che prevede il contatto pelle-a-pelle continuo e prolungato con uno dei genitori (solitamente la madre). Ha diversi benefici per il bambino, come miglioramento della termoregolazione, della saturazione di ossigeno, stimolazione dell'allattamento, riduzione dello stress e miglioramento del sonno, riduzione del rischio di mortalità e morbilità. Ma anche per i genitori: aumento della produzione di latte materno, miglioramento del legame affettivo con il bambino, aumento della fiducia in sé stessi, aiutando i genitori a sentirsi più sicuri e competenti nel prendersi cura del loro bambino. "Occorre sostenere il più possibile la cosiddetta 'Zero separation', cioè garantire la vicinanza genitori-neonato, anche nel difficile periodo che stanno vivendo, non solo nei reparti di Tin o Patologia neonatale, ma anche nei reparti di puerperio nelle gravidanze a termine", continua Panizza. La kangaroo care "dovrebbe essere resa disponibile, per almeno otto ore al giorno, sia per i bambini sani sia per quelli ricoverati in terapia intensiva". Panizza evidenzia come sia "raccomandata dall'Oms per la cura dei neonati, soprattutto quelli prematuri o di basso peso alla nascita. Dovrebbe diventare l'approccio principale nei primi momenti di vita di contatto tra madre e neonato ed essere mantenuta e difesa all'interno delle strutture ospedaliere", mentre "il personale deve essere formato e vi deve essere un adattamento degli spazi e attrezzature per la rianimazione". L'ostetrica ricorda come però "solo un terzo dei Paesi abbia una policy o una linea guida aggiornata sulla kangaroo care".
J.Simon--PS