
Bufera su ong, principe Harry scagionato da accuse di bullismo

Inchiesta 'assolve' tutti. Ma critica lo scontro pubblico
Niente bullismo o misoginia, tanto meno molestie. La Charity Commisiom, organismo britannico di sorveglianza sulle attività delle organizzazioni caritative, ha scagionato il principe Harry, secondogenito di re Carlo III, dalle contestate accuse pubbliche ricevute nei mesi scorsi nell'ambito di una bufera sulla gestione di Sentebale: una fondazione dedicata all'assistenza dei bambini colpiti dal virus dell'Hiv in Lesotho e Botswana di cui il duca di Sussex era stato fondatore nel ricordo dell'impegno benefico per l'Africa e contro l'Aids di sua madre, lady Diana. L'inchiesta era nata sulla scia delle dimissioni annunciate da Harry e dal principe ereditario del Lesotho dal ruolo di patroni dell'organizzazione, in aperta polemica con la presidente: l'ex manager e avvocata d'affari Sophie Chandauka, accusata di autoritarismo, approccio commerciale e cattiva gestione. Denuncia a cui la donna aveva risposto con una serie d'interviste in cui aveva a sua volta definito "tossico" l'atteggiamento assunto dal principe ribelle da un certo un punto in poi, evocando presunti atti di bullismo, misoginia e sessismo indirizzati contro di lei da membri del consiglio di amministrazione fedeli al duca. Di qui l'avvio dell'inchiesta, che lo stesso Harry aveva accolto positivamente, non senza bollare le affermazioni di Chandauka alla stregua di "spudorate bugie". Il verdetto finale, peraltro, 'assolve' tutti. Escludendo che vi siano evidenze di comportamenti inappropriati sanzionabili da parte del principe o di membri del cda, ma pure da parte della presidente: destinata quindi a restare per ora al suo posto. La commissione tuttavia non manca di criticare nel dispositivo entrambe le parti per aver sollevato uno scandalo pubblico sulla base di quelle che vengono ritenute essere state semplici divergenze di visione e incompatibilità personali.
I.Masson--PS